TERRA DEI FORTI: IL NUOVO VIDEO AGRONOMINVIGNA SU WINE TV

Feb 20, 2020

La legatura dei capi a frutto è appena terminata in questa annata fenologicamente molto anticipata.

In alternativa i più moderni legacci di varia natura (pvc, metallo, ecc.) la legatura su piccoli appezzamenti può essere ancora realizzata con materiali e tecniche tradizionali quali i “salci”, certamente un lavoro più lungo e dalle connotazioni rustiche, ma ecologicamente sostenibile e con un fascino antico.

Un Agronominvigna appassionante e coinvolgente. Marco Pierucci e Fabio Burroni sono andati ad esplorare la Terra dei Forti, una terra che fa da cerniera tra il Veneto e il Trentino e che deve il suo nome alla presenza nel territorio di molti forti di origine asburgica corrispondenti all’antico confine tra l’Italia e l’impero austro-ungarico. E’ una denominazione piccola lunga circa 25 chilometri e larga 2 e mezzo che costituisce un vero e proprio anfiteatro morenico scavato nella roccia dai ghiacciai

Qui si confronteranno con Albino Armani, titolare dell’omonima azienda e con Cristina Fugatti di Roeno

Insieme a loro Fabio e Marco, da veri “autoctonari”, andranno a scoprire due vitigni antichissimi e radicati profondamente nel territorio: l’enantio e il casetta. Il territorio li ha salvati dalle glaciazioni e, nel 2002 è nata la denominazione per difendere strenuamente queste due uve che costituiscono un vero e proprio patrimonio non solo del contesto enologico di questa zona ma anche di quello sociale e culturale.

Albino e Cristina racconteranno che, dopo 220 microvinificazioni con cloni diversi, si è scoperto l’appartenenza del casetta e dell’enantio alla famiglia di vitis labrusca, un tipo di vite selvatica che cresce nei boschi e che poi, erroneamente, sono stati accomunati al lambrusco considerando anche le foglie di questi due vitigni che ricordano il lambrusco a foglia tonda e quello a foglia frastagliata.

Alla fine di un viaggio emozionante nella Terra dei Forti verrà fuori un legame così stretto tra vitigni e territorio da farli definire dai nostri agronomi non solo autoctoni ma addirittura endemici.

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