TORNA LO SCAPHOIDEUS TITANUS NEI VIGNETI TOSCANI

Mag 21, 2018

La legatura dei capi a frutto è appena terminata in questa annata fenologicamente molto anticipata.

In alternativa i più moderni legacci di varia natura (pvc, metallo, ecc.) la legatura su piccoli appezzamenti può essere ancora realizzata con materiali e tecniche tradizionali quali i “salci”, certamente un lavoro più lungo e dalle connotazioni rustiche, ma ecologicamente sostenibile e con un fascino antico.

Lo Scaphoideus titanus è già comparso nei vigneti toscani. Contro il vettore della Flavescenza dorata non esitate a seguire le indicazioni di lotta obbligatoria dei Servizi Fitosanitari Regionali.

AGGIORNAMENTO MISURE LOTTA OBBLIGATORIA CONTRO LA FLAVESCENZA DORATA E L’INSETTO VETTORE SCAPHOIDEUS TITANUS

Con Decreto Dirigenziale n. 7681 del 06/06/2017 è stato aggiornato l’elenco dei comuni dove è stato rinvenuto il vettore Scaphoideus titanus, i vigneti riconosciuti zona focolaio con le relative prescrizioni da adottarsi in tali ambiti, le procedure per la segnalazione di piante con sintomi e il monitoraggio di Scaphoideus titanus ed infine le modalità che dovranno essere seguite per effettuare la lotta obbligatoria al vettore Scaphoideus titanus.

PROCEDURE PER IL MONITORAGGIO DELLO SCAPHOIDEUS TITANUS IN TOSCANA

Le seguenti procedure, definite dal Servizio Fitosanitario Regionale della Toscana, devono essere adottate per il monitoraggio di Scafoideus titanus nelle “zone focolaio”, così come individuate al punto 2 presente decreto, nei territori dei comuni, di cui all’ allegato A, in cui è stata segnalata la presenza dell’insetto, e in tutti gli altri vigneti in cui si ritiene necessario verificarne l’eventuale presenza al fine di ampliare la rete di monitoraggio regionale. Il monitoraggio dello Scaphoideus titanus deve essere effettuato in ogni vigneto aziendale, inteso come superficie vitata priva di discontinuità, mediante l’esposizione di trappole cromotropiche intese come fogli di plastica di colore giallo, con colla, di circa 25 x 30 cm da posizionare all’altezza della vegetazione prevalente: a) nei vigneti allevati a spalliera poco sopra i grappoli, circa tra il primo e il secondo filo; b) nei campi di piante madri portainnesto nella zona dei sarmenti; c) nei barbatellai all’altezza del punto di innesto. In ogni vigneto vanno collocate almeno 2 trappole, distanti minimo 50 m l’una dall’altra, preferibilmente nelle zone più ombreggiate e più fresche del vigneto in prossimità di borri, fossi e/o alberature. In superfici vitate molto ampie e contigue devono essere collocate almeno 2 trappole ogni tre ettari. I filari in cui vengono messe le trappole sarebbe opportuno contrassegnarli in testata con un segnale ben visibile, anche da lontano, e non confondibile, in modo da poter individuare facilmente, al momento del recupero, il punto in cui sono state collocate. Il periodo di esposizione è quello di più probabile presenza degli adulti, cioè circa dall’inizio della terza decade di luglio fino alla fine di agosto (tenere conto delle indicazioni fornite dal bollettino redatto dal Servizio Fitosanitario Regionale sul suo sito internet). Le trappole devono essere sostituite ogni 15-20 giorni in quanto perdono la capacità collante. Sono raccomandati 2 turni di esposizione. Togliere le trappole dal campo quando la vegetazione è asciutta quindi non dopo eventuali piogge. Al ritiro dal campo le trappole devono essere avvolte e tenute separate con pellicola trasparente ben distesa su entrambi i lati, in modo da consentire un facile riconoscimento degli insetti catturati. Per essere conservate le trappole vanno tenute in luogo fresco, ma asciutto. Il mancato rispetto di queste indicazioni può provocare il deterioramento degli esemplari catturati rendendoli irriconoscibili; In un angolo della trappola sulla pellicola che l’avvolge e la separa dalle altre deve essere collocata un’etichetta con indicato il nome del comune, dell’azienda, del vigneto dove è stata collocata la trappola e il periodo di esposizione inteso come data di inizio e termine. Le trappole al termine periodo di esposizione e dopo essere state ritirate dal vigneto devono essere controllate da un tecnico esperto oppure consegnate o spedite al Servizio Fitosanitario per il riconoscimento di eventuali adulti di Scaphoideus titanus. IMPORTANTE: Ad ogni vigneto monitorato deve corrispondere una scheda (allegato E al decreto) che deve accompagnare sempre le trappole utilizzate nel monitoraggio di quel vigneto e riportare i dati identificativi dello stesso vigneto; tale scheda deve essere compilata in ogni sua parte e inviata, al termine del monitoraggio, per posta o via fax, al Servizio Fitosanitario Regionale. Nel caso che nelle trappole un tecnico esperto rilevi la presenza anche di un solo esemplare di Scaphoideus titanus, l’azienda agricola dovrà comunicarlo prontamente al Servizio Fitosanitario Regionale, e comunque entro e non oltre il 15 di settembre. In ogni caso le trappole cromotropiche dovranno essere conservate integre, insieme alla schede di monitoraggio, a disposizione del Servizio Fitosanitario Regionale fino al 31 Maggio dell’anno successivo a quello del monitoraggio.

MODALITA’ TECNICHE PER LA LOTTA OBBLIGATORIA CONTRO SCAPHOIDEUS TITANUS MISURE AGRONOMICHE E COLTURALI

  1. Eliminazione del legno di potatura, in particolare quello di due o più anni per la distruzione delle eventuali uova svernanti della cicalina;
  2. Rimozione precoce dei polloni e dei getti basali della vite (spollonatura), dove albergano di preferenza le forme giovanili;
  3. Evitare la presenza di piante erbacee troppo sviluppate alla base dei ceppi di vite.

LOTTA INSETTICIDA

Nei vigneti dove la presenza di Scaphoideus titanus è stata accertata almeno in uno dei due ultimi anni o verrà riscontrata entro il 15 luglio dell’anno corrente, come pure nei vigneti ricadenti nelle “zone focolaio” è obbligatorio effettuare almeno un trattamento insetticida specifico con una delle sostanze attive indicate nella tabella sotto riportata. Nei vigneti di piante madri per marze, di piante madri per portinnesto, nei barbatellai (vivai che producono materiale di propagazione della vite ai sensi del DM 8 febbraio 2005) è obbligatorio effettuare almeno due trattamenti con insetticidi specifici, di cui il primo contro le forme giovanili dell’insetto, il secondo efficace anche sulle forme adulte, posizionato a distanza di circa 20 giorni dal primo, con una delle sostanze attive abbattenti riportate nella tabella sottostante. Ai fini della determinazione dell’epoca più opportuna per il trattamento, gli operatori devono comunque tener conto delle indicazioni fornite dal bollettino redatto dal Servizio Fitosanitario Regionale della Toscana sul proprio sito internet.

ALCUNI CRITERI OPERATIVI:

  • Non trattare nel periodo di fioritura della vite;
    • Prima del trattamento effettuare lo sfalcio delle erbe in fiore eventualmente presenti nel vigneto per poi lasciarle appassire o asportarle;
    • Utilizzare volumi di acqua non inferiori ai 4 hl/ettaro e pressioni di distribuzione adeguate in modo da garantire una buona bagnatura soprattutto della fascia medio-bassa della vegetazione, compresi polloni e pagine inferiori delle foglie;
    • Trattare tutti i filari da entrambi i lati;
    • Evitare fenomeni di deriva e non trattare in presenza di vento consistente. NELLE AZIENDE BIOLOGICHE CONSIDERARE QUANTO SEGUE:
    • Il piretro naturale è l’insetticida utilizzabile in agricoltura biologica più efficace contro Scaphoideus titanus;
    • Con questo prodotto è preferibile trattare nel tardo pomeriggio o comunque nelle ore meno calde e meno luminose della giornata;
    • Utilizzare volumi di acqua elevati (non inferiore ai 6 hl/ha) in modo da assicurare una copertura il più possibile completa della vegetazione in quanto la sostanza attiva non è endoterapica ed è poco persistente; • Utilizzare acque non alcaline o acidificarle con acido citrico (15 gr/hl per diminuire il pH di un grado) o aceto (200 cc/hl per diminuire il pH di un grado) in modo da portare il relativo pH a valori inferiori a 7;
    • Non impiegare piretro naturale in miscela con prodotti rameici a reazione alcalina (poltiglia bordolese).

PRECAUZIONI PER LA SALVAGUARDIA DELLE API E DEGLI ALTRI PRONUBI Gli insetti impollinatori, come le api, i bombi e gli altri pronubi selvatici, sono importantissimi per la tutela dell’ecosistema e la valorizzazione delle produzioni agricole. Al fine di salvaguardare questi utili insetti dalle frequenti e massicce morie causate da un uso non oculato dei prodotti fitosanitari si ricorda e si raccomanda agli operatori agricoli di osservare attentamente alcune regole fondamentali nell’esecuzione dei trattamenti fitosanitari:

  1. Non trattare nel periodo di fioritura della vite, accertandosi che tutte le varietà presenti nel vigneto abbiano interamente concluso tale fase fenologica;
  2. Se presenti nel vigneto piante erbacee coltivate o spontanee in fase di fioritura prima del trattamento aver cura di sfalciarle e lasciarle appassire o asportarle;
  3. Impiegare prodotti fitosanitari alle dosi indicate in etichetta ponendo attenzione affinché i getti vadano a bersaglio sulla fascia vegetazionale allo scopo di ridurre gli effetti della deriva;
  4. Evitare di trattare in condizioni di vento consistente allo scopo di ridurre i rischi che le sostanze tossiche arrivino alle erbe in fiore eventualmente presenti nelle aree circostanti il vigneto;
  5. Effettuare il trattamento nei momenti della giornata in cui le api non sono a bottinare: preferibilmente la sera o eventualmente molto presto la mattina; escludere le ore più calde della giornata;
  6. Preferire l’utilizzo dei prodotti con bassa persistenza nell’ambiente;
  7. Scegliere prodotti fitosanitari che in etichetta sono indicati come rispettosi degli insetti pronubi.