LA GESTIONE IN VERDE, COSTI E BENEFICI. SECONDA PARTE

Mag 4, 2018

La legatura dei capi a frutto è appena terminata in questa annata fenologicamente molto anticipata.

In alternativa i più moderni legacci di varia natura (pvc, metallo, ecc.) la legatura su piccoli appezzamenti può essere ancora realizzata con materiali e tecniche tradizionali quali i “salci”, certamente un lavoro più lungo e dalle connotazioni rustiche, ma ecologicamente sostenibile e con un fascino antico.

Continuiamo con la seconda e ultima parte del nostro articolo uscito sul magazine Millevigne analizzando qualche dato concreto.

RISULTATI GESTIONALI DELL’ANNATA 2013

L’analisi dei dati gestionali è stata volutamente limitata ai soli dati relativi all’impiego della manodopera (operai salariati e avventizi e trattoristi) dal momento che tutti gli altri costi sono stati considerati realisticamente “ceteris paribus” vale a dire perfettamente equivalenti.

Sono inoltre state analizzate anche le differenze relative alla produttività espressa al raccolto e su questi dati sono stati calcolati i costi unitari di produzione dell’uva limitati ai costi della sola manodopera (non sono espressi quindi costi integrali di produzione, ma solo parziali relativi al fabbisogno in ore uomo impiegate).

Al fine di definire anche una PLV indicativa, è stato considerato il prezzo di vendita del vino sfuso contrattualizzato al mese di ottobre 2013. Su questo dato si è poi proiettata la PLV del futuro nel capitolo seguente, assumendo invariato il prezzo di vendita del vino sfuso.

Il coefficiente di trasformazione uva-vino utilizzato è pari a 0,70.

Il confronto tra la tesi gestita secondo lo standard aziendale e la tesi gestita secondo le direttive della prova in oggetto ha prodotto quanto segue.

Impiego della manodopera

Le operazioni che differiscono in termini di impiego manodopera sono la potatura di rifinitura invernale che segue la stralciatura meccanica (altrimenti detta prepotatura meccanica) e la gestione della palizzata verde consistente nelle operazioni congiunte di spollonatura manuale, selezione dei germogli manuale e primo palizzamento verticale o prima legatura

verticale. Nella foto i dati riscontrati:

Appare chiaro, come del resto era stato ampiamente previsto, il maggiore impegno profuso nella fase a verde, propedeutica di una impostazione più razionale e maggiormente qualitativa sia della potatura dell’inverno seguente sia della gestione a verde dei prossimi anni. Già al primo inverno il risparmio di manodopera nella potatura secca fa comunque diminuire lo svantaggio almeno iniziale conseguente alla gestione afferente al progetto qualità.

In ogni caso il costo della manodopera nel primo anno di gestione qualitativa è aumentato di sole 8 h/ha, corrispondenti ad euro 56,00.

Produttività al raccolto, PLV e bilancio parziale costi/benefici

La produttività alla raccolta ha mostrato subito una differenza positiva in termini quantitativi a favore della tesi gestita con le indicazioni del progetto, come si evidenzia dai dati sotto riportati.

La qualità delle uve non è stata analizzata in modo puntuale, ma l’osservazione dei carichi separati ha mostrato alla vendemmia una migliore uniformità dei grappoli quindi una qualità più omogenea e certamente più indicata per produzioni di standard qualitativo enologicamente più interessanti e più facilmente gestibili in fase di vinificazione. La gestione impostata con il progetto qualitativo mostra già al primo raccolto un incremento della PLV pari a 1.160 €/ha che, considerando i maggiori costi della manodopera precedentemente calcolati in 56 €/ha, corrisponde ad un incremento netto della PLV al primo anno di ben 1.104 €/ha.

Infine occorre fare notare come il costo medio di produzione parziale delle uve (perché comprensivo dei soli costi di manodopera) nel 2018 sia stato più basso nella tesi relativa alla gestione afferente al progetto in virtù della maggiore produzione espressa: costo medio unitario uva nella gestione standard: 0,1 2 €/ kg; costo medio unitario uva nella gestione qualitativa al primo anno 2013: 0,11 €/ kg. con una sostanziale diminuzione del costo parziale di produzione pari a 0,01 €/kg, corrispondente a -8,800 già al primo anno d’intervento.

RISULTATI GESTIONALI DEGLI ANNI SEGUENTI

Impiego della manodopera

Superata la fase di correzione degli errori d’impostazione della potatura attraverso un maggiore impegno della selezione verde dei germogli al primo anno, già al secondo anno si è potuta constatare la prevista diminuzione dell’impiego di manodopera in fase di selezione dei germogli:

Appare chiaro come, a regime, la gestione impostata nel progetto qualità abbia prodotto un risparmio d’impego di manodopera pari a 15 h/ha/anno, vale a dire in questo specifico caso ad un risparmio del 15%.

Produttività al raccolto e bilancio parziale costi/benefici

Considerando invariata la produttività ed il prezzo di mercato del vino, i dati della proiezione per gli anni futuri si confermano nel modo seguente.

La gestione impostata con il progetto qualitativo conferma nelle proiezioni un incremento della PLV pari a 1.160 €/ ha che, considerando i minori costi della manodopera precedentemente calcolati colati in 105 €/ha, corrisponde ad un incremento netto della PLV a regime di ben 1.265 €/ha.

Infine, occorre fare notare come il costo medio di produzione parziale delle uve (perché comprensivo dei soli costi di manodopera) nel 2014 sia stato più basso nella tesi relativa alla gestione afferente al progetto in virtù della maggiore produzione espressa e della diminuzione dei costi di gestione a regime:

costo medio unitario uva nella gestione standard: 0,12 €/l<g

costo medio unitario uva nella gestione qualitativa a regime futuro: 0,10 €/l

CONCLUSIONI

Sulla base dei risultati ottenuti, in sintesi, dati alla mano possiamo affermare che gli obiettivi prefissati sono stati già raggiunti durante la prima annata di prova 2018, con un sorprendente anticipo rispetto a quanto onestamente atteso in termini di economia dei costi e di incremento della produttività.

Nelle annate a seguire sono migliorate ulteriormente le prospettive positive del progetto qualitativo aziendale, a conferma che le buone pratiche agricole, se opportunamente calate nelle specifiche casistiche di campo, confermano la regola antica che recita “chi più spende, meno spende”.