Stiamo passando gli ultimi giorni di freddo e sembrerà strano ma stiamo già pensando alla futura vendemmia. Lo scorso anno è stato terribile con una grande siccità che ha accompagnato gran parte della nostra Italia dopo una forte gelata che ha coinvolto mezza Europa viticola. Il tempo è veramente strano e fa già preoccupare i produttori di olivo per i danni subiti dopo le gelate di questo fine inverno.
Lo scorso anno si farà ricordare anche per le conseguenze che si rifletteranno in questa annata perché le prime stime fatte sull’attuale fertilità delle gemme sono variegate ed irregolari proprio a causa delle gelate dell’aprile 2017. Lo stress sulle piante ha creato non pochi problemi sul regolare sviluppo.
Per fortuna le piogge settembrine hanno fatto chiudere il ciclo alle piante, ma non è stato semplice e il dispendio di energie da parte proprio delle piante è stato notevole.
Ci piacerebbe avere la sfera di cristallo e indovinare su quali vigneti porre maggiormente la nostra attenzione, ma così non è e dobbiamo solo fare forza sulla nostra esperienza, di noi agronomi, di chi calpesta i vigneti continuamente.
Certo che è semplice indicare i vigneti colpiti da gelate e sottoposti alla siccità estiva come quelli su cui porre più impegno, ma forse mai come quest’anno è stato utile osservare i residui di potatura per valutarne quantità e sezioni e individuare vigneti o porzioni di questi da stimolare in fase di germogliamento.
Ricordiamoci che quest’anno sarà più che mai importante rendere autonoma la pianta dal punto di vista energetico.
Attendiamo le prime foglie e vediamo cosa succede.
Osservare è la nostra prima regola, la pianta “parla” e ti dice di cosa ha bisogno.
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